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L'8xmille è nato con la legge 222 nel 1985 ed è entrato effettivamente in vigore nel 1990. All'inizio qualcuno lo scambiava per il prodotto di una moltiplicazione o addirittura per una tassa in più. Altri invece non ne conoscevano l'esistenza.
Oggi, invece, l'8xmille è, tra le due forme di derivazione concordataria, quella che ha riscosso più interesse e partecipazione tra i contribuenti, segno della loro stima e fiducia nella Chiesa Cattolica e nel suo operato.
L'8xmille sostiene iniziative e progetti in diversi ambiti. Se il contribuente sceglie in favore della Chiesa Cattolica, infatti, la quota a questa spettante viene versata dallo Stato alla Conferenza Episcopale Italiana (C.E.I.), la quale è tenuta a ripartirla e ad assegnarla per tre finalità:

- ESIGENZE DI CULTO E PASTORALE
- INTERVENTI CARITATIVI
- SOSTENTAMENTO DEI SACERDOTI


La Conferenza Episcopale Italiana dà annualmente pubblico rendiconto del modo in cui ha ripartito e gestito la quota di 8xmille attribuitale dai contribuenti; ciò per favorire la trasparenza e l'informazione e per far crescere la coscienza e la partecipazione dei fedeli e di tutti i cittadini alla missione spirituale e caritativa della Chiesa Cattolica.
Cosa si intende per 8xmille?
Lo Stato mette a disposizione dei contribuenti una quota del gettito complessivo dell'Irpef (l'imposta sul reddito delle persone fisiche) per scopi "sociali o umanitari" a gestione statale oppure "religiosi o caritativi" gestiti da confessioni religiose. Questa quota è pari all'8xmille dell'intero gettito Irpef.

Lo Stato non ne decide però direttamente l'attribuzione, ma affida alla libera scelta dei cittadini contribuenti il compito di determinare a chi e per quali scopi deve essere destinata, esprimendo la propria preferenza firmando in una delle caselle sui modelli Unico (ex mod.740), 730 (nel modello 730-1) e CUD (ex 101 e 201).
I soggetti destinatari
Possono variare ogni anno, perché il meccanismo è aperto: ogni confessione religiosa puù infatti chiedere di stipulare accordi con lo Stato italiano per aderire al meccanismo dell'8xmille. Oggi, in seguito alle intese con altre confessioni religiose, i soggetti che ne possono beneficiare sono dodici: Stato Italiano, Chiesa Cattolica, Unione Chiese cristiane avventiste del 7° giorno, Assemblee di Dio in Italia, Chiesa Evangelica Valdese, Chiesa Evangelica Luterana in Italia, Unione Comunità Ebraiche italiane, Sacra Arcidiocesi Ortodossa d'Italia ed Esarcato per l'Europa Meridionale, Chiesa Apostolica in Italia, Unione Cristiana Evangelica Battista d'Italia, Unione Buddhista Italiana, Unione Induista Italiana.
Esprimere la propria scelta comporta il pagamento di una tassa in più?
Assolutamente no. La firma non costa niente in più. Non si tratta infatti di una maggiorazione dell'imposta, di un 8xmille in più di tasse da pagare: si tratta invece della facoltà di decidere quale destinazione debba essere data all'8xmille dell'Irpef che tutti abbiamo già pagata.
E attenzione: non si tratta dell'8xmille dell'Irpef versata da ciascun contribuente, ma dell'8xmille del gettito complessivo che lo Stato riceve da questa imposta. In sede di ripartizione dunque ogni firma vale allo stesso modo e non c'é differenza, ad esempio, tra la firma di un contribuente ad alto reddito e quella di un altro contribuente con un reddito minore.
Come viene ripartito tra i diversi destinatari l'8xmille del gettito Irpef ?
La ripartizione avviene in proporzione alle scelte espresse e quindi senza tenere conto degli "astenuti". Ad esempio, se il 60 per cento dei contribuenti esprime una scelta, si terrà conto delle preferenze di quel 60 per cento.
Non esiste obbligo, ma semplicemente la facoltà di scegliere la destinazione dell'8xmille; perciò può capitare che alcuni contribuenti si astengano da qualsiasi scelta. Che cosa succede in questo caso?
Lo Stato ripartisce l'intero 8xmille in proporzione alle scelte espresse da chi ha deciso di avvalersi della possibilità di scegliere, senza che l'astensione di alcuni ne sottragga alla ripartizione una parte.

Coena Domini 2017

Parrocchia

13 Aprile 2017
Coena Domini

Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Mentre cenavano, quando già il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita.

Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: "Signore, tu lavi i piedi a me?". Rispose Gesù: "Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo". Gli disse Simon Pietro: "Non mi laverai mai i piedi!". Gli rispose Gesù: "Se non ti laverò, non avrai parte con me". Gli disse Simon Pietro: "Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!". Soggiunse Gesù: "Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo; e voi siete mondi, ma non tutti". Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: "Non tutti siete mondi".
Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: "Sapete ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri.

Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi. In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma si deve adempiere la Scrittura: Colui che mangia il pane con me, ha levato contro di me il suo calcagno. Ve lo dico fin d'ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono.

In verità, in verità vi dico: Chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato"


(Gv.13, 1-20)

Domenica delle Palme - 2017

Parrocchia
09 Aprile 2017

Domenica delle Palme

Tutto il popolo dei parrocchiani della chiesa SS Trinità in festa per le vie del quartiere.

Domenica 09 aprile 2017 : Domenica delle Palme. La Domenica delle Palme che si festeggia oggi, segna l'inizio della Settimana Santa che si conclude con la Pasqua: in questo giorno, secondo il racconto dei Vangeli, si ricorda l'ingresso di Gesù a Gerusalemme, accolto festosamente dalla folla con rami i palma nelle mani. A partire da oggi si ripercorreranno gli ultimi giorni della vita terrena di Gesù, la sua Passione, la morte in croce, la sepoltura fino alla Resurrezione. Come ricorda bene il Vangelo di Matteo (21, 1-11) l'ingresso di Gesù a Gerusalemme avvenne così perché si adempisse quanto era stato annunziato dal profeta Zaccaria (9, 9) "Dite alla figlia di Sion; Ecco il tuo re viene a te mite, seduto su un'asina, con un puledro figlio di bestia da soma". I discepoli, infatti, arrivati con Gesù alle porte di Gerusalemme fecero quanto il Figlio di Dio aveva chiesto loro e gli condussero i due animali, che coprirono con dei mantelli e Gesù vi si pose a sedere avviandosi a Gerusalemme. La folla intanto si era radunata sapendo del Suo arrivo e stese per terra i mantelli, mentre altri tagliavano rami dagli alberi di ulivo e di palma. All'ingresso di Gesù agitavano le palme in segno di festa e di saluto, acclamando a gran voce: "Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nell'alto dei cieli!". E i fanciulli che correvano precedendo il piccolo corteo rispondevano, a chi domandava "Chi è costui?", "Questi è il profeta Gesù da Nazareth di Galilea".
Papà posso farti una domanda?

Perché le stesse persone,

la stessa folla che lo

chiamava "Osanna",

cinque giorni dopo gridava

"Crocifiggetelo" ?

Carnevale 2017 alla SS. Trinità

Oratorio
Carnevale 2017

Festa ed Allegria alla SS. Trinità

Il Gruppo Oratorio ha animato al festa di carnevale 2017- Presenti oltre 130 bambini.

Sabato 25 febbraio 2017 alle ore 16:30 si è svolta la festa di Carnevale 2017. I ragazzi del Gruppo Oratorio, mascherati da "Banda Bassotti" hanno dato il via alla poderosa festa che nel corso del pomeriggio ha visto la presenza di oltre 130 bambini.

L'evento ha visto la partecipazione dei bambini che hanno sostenuto alcune prove (giochi) dopo essere stati divisi in tre squadre: Qui, Quo e Qua. Inoltre inoltre innumerevoli sono stati i balli coreografati dalle "...Bassottine"

Tutti i bambini presenti dopo essersi scatenati nei vari balli, hanno potuto gustare una meravigliosa merenda, per prepararsi al "meglio" alla sfilata sotto gli occhi attenti di una attenta giuria che ha poi decretato la vittoria per le due mascherine "più belle e divertenti".
Qual'è la tradizione del Carnevale?

Il carnevale è una festa che si celebra nei Paesi di tradizione cattolica. I festeggiamenti si svolgono spesso in pubbliche parate in cui dominano elementi giocosi e fantasiosi; in particolare, l'elemento distintivo e caratterizzante del carnevale è l'uso del mascheramento.

La parola carnevale deriva dal latino carnem levare ("eliminare la carne"), forse influenzata anche dal latino vale (quasi fosse "carne, addio!"), poiché indicava il banchetto che si teneva l'ultimo giorno di Carnevale (Martedì grasso), subito prima del periodo di astinenza e digiuno della Quaresima.

I festeggiamenti maggiori avvengono il Giovedì grasso e il Martedì grasso, ossia l'ultimo giovedì e l'ultimo martedì prima dell'inizio della Quaresima. In particolare il Martedì grasso è il giorno di chiusura dei festeggiamenti carnevaleschi, dato che la Quaresima inizia con il Mercoledì delle ceneri.

I Re Magi

Oratorio
La Storia dei Re Magi

Tra vangelo e Tradizione

Solo il Vangelo di Matteo ne parla ma senza descriverli. La tradizione ha aggiunto i dettagli.

Solo un Vangelo ne parla, quello di Matteo: "Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: "Dov'é il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo"... Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.

Effettivamente non si parla di cammelli, per esempio, e nemmeno di re; non si dice che li guidava una cometa, ma soltanto una stella senza coda; e dei nomi di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre non c'é traccia, per non parlare del fatto che uno dei tre fosse di pelle nera. Anzi, a dir la verità, leggendo per benino il Vangelo non troverete mai che i misteriosi personaggi venuti da Oriente erano tre... E allora? Tutte favole, tutte invenzioni? Di sicuro tra la storia narrata in parole stringate da Matteo e quella che noi conosciamo ci sono varie differenze; però, se osserviamo bene, si tratta di particolari che la tradizione ha aggiunto proprio perché non riusciva a spiegarsi il racconto tanto misterioso secondo il quale personalità ricche e potenti giungono da molto lontano per adorare (addirittura!) un neonato sconosciuto e poverissimo... Ma allora chi sono davvero questi magi? Nell'antichità greca si definivano "magi" alcuni saggi della Persia, molto esperti in astronomia (infatti hanno saputo "seguire" il movimento di una stella fino a Gerusalemme);
questi sapienti però non erano soltanto scienziati ma anche un poò sacerdoti: soltanto loro sapevano interpretare certi "segni" che vedevano nel cielo come profezie oppure annunci di sciagure e per questo erano molto ascoltati dal popolo, che chiedeva loro di prevedere il futuro.

Può darsi dunque che alcuni di tali studiosi, avendo scoperto qualcosa di insolito tra le costellazioni e dopo aver consultato i libri sacri che ne parlavano in collegamento con la nascita di qualche sovrano o condottiero, siano partiti "da oriente" per essere i primi a incontrarlo e a rendergli omaggio: magari per farselo amico, in vista della sua futura importanza. E che cosa si porta a una personalità destinata a essere grande e potente? Ovviamente dei doni degni di un re: uno scrigno d'oro - appunto -, incenso come profumo e mirra, un costoso unguento che a quei tempi si usava per guarire le malattie o curare le ferite.