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Pastorella di Natale
Tradizione Natalizia
La Pastorella di Natale
Gruppo del Coro SS TrinitÃ
L'usanza di allietare il Natale con il suono di antichi motivi pastorali è diffusa un po' dovunque ed in particolare nel Lazio. A Roma i "biferari" abruzzesi e ciociari che suonavano la "novena di Natale" erano difficilmente dimenticati nei diari dei viaggiatori stranieri e Stendhal li definisce "detrattori della musica e disturbatori della quiete notturna". Vestiti con un pittoresco costume, scendevano dalla montagna il 25 novembre, festa di Santa Caterina, a due a due oppure a tre a tre: uno suonava la "bifera" (piffero o cennamella), l'altro la zampogna e il terzo cantava canzoni inintelligibili per le strade e nelle case.
Anche a Civitavecchia, nei tempi andati, era radicata questa usanza e si ha memoria che sul finire dell'Ottocento si esibivano abitualmente due "biferari" della zona di Terni con tanto di ferraiolo e cappello da brigante, che girovagavano dal mattino all'imbrunire soffermandosi davanti a tutte le madonnelle. La sera con due soldi mangiavano un piatto di minestra di fagioli nell'osteria di Pataccò e finite le feste ritornavano al paesello nativo con un gruzzolo bastante ad affrontare il resto dell'inverno. Un'altra caratteristica nota di colore del vecchio Natale civitavecchiese era costituita dai "paranzellari" che, accompagnandosi con le "gnacchere" e le caccavelle, cantavano nenie tipicamente napoletane.